Due ricercatori scozzesi, Markus Mueller e Alasdair McDonald, hanno messo a punto un prototipo di generatore eolico dal design molto innovativo che promette maggiore semplicità di assemblaggio, maggiore efficienza e, di conseguenza, minori costi rispetto agli aerogeneratori convenzionali.
Dopo averlo progettato all’interno dell’istituto universitario di Sistemi Energetici dell’Università di Edimburgo, Mueller e McDonald hanno creato una nuova società, la NGen Tec, per passare alla fase produttiva.
La nuova turbina utilizza il “direct-drive”, ovvero il collegamento diretto dell’asse del rotore al generatore, senza l’utilizzo del moltiplicatore/riduttore di giri (gearbox) normalmente presente in tutte le turbine convenzionali.
Secondo i due esperti, l’assenza di questo elemento costituisce un vantaggio in quanto, essendo soggetto a rotture in caso di condizioni meteorologiche avverse, può richiedere costose riparazioni, per altro vincolate (e spesso ritardate) dalle stesse condizioni del tempo.Il direct-drive è combinato con un innovativo design del generatore eolico, caratterizzato da una nuova disposizione dei magneti al suo interno e delle bobine di rame che producono elettricità: il che comporta anche una riduzione del 50 per cento del peso rispetto ai generatori convenzionali e una maggiore facilità di assemblaggio.
Ciò si traduce in un notevole risparmio, sottolineano i due ricercatori, perché si riducono i costi dei piloni di sostegno e soprattutto dei basamenti sul fondo (questi ultimi incidono fino al 20 per cento sul costo totale dei progetti off-shore).
Il nuovo concept è stato sperimentato in una turbina da 20 kW (foto). Ora la NGenTec punta a raccogliere finanziamenti per 6,5 milioni di euro, necessari allo sviluppo di un aerogeneratore dimostrativo da 6 MW.
Dopo averlo progettato all’interno dell’istituto universitario di Sistemi Energetici dell’Università di Edimburgo, Mueller e McDonald hanno creato una nuova società, la NGen Tec, per passare alla fase produttiva.
La nuova turbina utilizza il “direct-drive”, ovvero il collegamento diretto dell’asse del rotore al generatore, senza l’utilizzo del moltiplicatore/riduttore di giri (gearbox) normalmente presente in tutte le turbine convenzionali.
Secondo i due esperti, l’assenza di questo elemento costituisce un vantaggio in quanto, essendo soggetto a rotture in caso di condizioni meteorologiche avverse, può richiedere costose riparazioni, per altro vincolate (e spesso ritardate) dalle stesse condizioni del tempo.Il direct-drive è combinato con un innovativo design del generatore eolico, caratterizzato da una nuova disposizione dei magneti al suo interno e delle bobine di rame che producono elettricità: il che comporta anche una riduzione del 50 per cento del peso rispetto ai generatori convenzionali e una maggiore facilità di assemblaggio.
Ciò si traduce in un notevole risparmio, sottolineano i due ricercatori, perché si riducono i costi dei piloni di sostegno e soprattutto dei basamenti sul fondo (questi ultimi incidono fino al 20 per cento sul costo totale dei progetti off-shore).
Il nuovo concept è stato sperimentato in una turbina da 20 kW (foto). Ora la NGenTec punta a raccogliere finanziamenti per 6,5 milioni di euro, necessari allo sviluppo di un aerogeneratore dimostrativo da 6 MW.